UNITED KINGDOM
FRANCE
DEUTSCHLAND
ESPAÑA
PORTUGALIA
DANMARK
JAPAN
CHINA
SCARICA

martedì 30 novembre 2010

Ross Lovegrove: il designer “darwiniano”

Sono convinto che lo scopo del design sia migliorare la vita dell’uomo. Nella mia ricerca mi ispiro alla natura dove nulla è casuale e niente e superfluo, tutto avviene per una precisa ragione…sobrietà ed eleganza di forme, minimo impiego di materiali e perfetta funzionalità”




Caratterizzato da uno stile unico, ispirato alle leggi del riduzionismo di forme, materiali e dimensioni, Lovegrove è sicuramente un architetto carismatico e affascinante, è considerato il designer più visionario che opera attualmente. Egli stesso si considera un "biologo evoluzionista" e cita frequentemente Darwin per spiegare le sue opere, meravigliosi esempi di design organico che riescono a fondere tecnologia, scultura e visione materica, generando oggetti seducenti e di alta raffinatezza. Nato nel 1958 a Cardiff, in Galles, studia prima a Manchester poi a Londra, lavora in Germania per Frog Design e a Parigi per Knoll International. Membro dell’Atelier de Nimes, insieme a Jean Nouvel e Philippe Starck, è consulente di prestigiosi marchi internazionali. Produce, con un segno inconfondibile, oggetti primordiali e avveniristici allo stesso tempo. Una stella del design contemporaneo che si muove verso un design sostenibile ed eticoHa progettato oggetti di ogni tipo, a partire da particolarissimi walkman, fino ad arrivare alla progettazione di poltron d’aereo, sedie e lampade, tutti progetti fortemente innovativi e tecnologicamente avanzati.



LAMPADE A SOSPENSIONE

 "Una lampada che consiste in una serie di grandi ciotoli fluttuanti sotto un disco di alluminio semplice e moderno. A loro volta, i ciotoli si riflettono l'uri l'altro, facendo rimbalzare la luce tra le loro lisce superfici biomorfiche. Durante il giorno l'oggetto è una scultura che riflette le dinamiche della luce naturale e il movimento delle persone attorno a sé"

“Si presenta come una foglia digitale proveniente da un altro Mondo, ricoperta
di squame come un rettile o un insetto che raccoglie luce e ombra sul suo corpo
per sedurre la compagna.”

 “Droplet è una lampada che assomiglia a una pozza di alluminio liquido che riflette tre ciotoli chiari. È stata creata totalmente in digitale e sembra congelare nel tempo le increspature che si incrociano per definire le zone di riflessione, agendo come una forma di liquido dicroico”

"Sembra una creatura marina perché fluttua nello spazio in uno stato di apparente assenza di gravità"

"Sono partito dall'idea di congelare un istante che sembra creato dall'aria che scorre su una lamina sottile, ottenendo un flusso e un ritmo molto naturali nel leggero rivestimento scultoreo. Il risultato finale è che l'apparecchio sembra sospeso contro la legge di gravità, su un cuscino d'aria... come il cosmo nelle forme e geometrie complesse che sembrano sfidare ogni spiegazione e creare un senso di infinito."

 "un insieme di piccole foglie cristalline che mentre si muovono intorno all’elemento centrale, catturano la luce cambiando forma"

"non solo contiene luce internamente riflettendo le onde che tendono ad uscire in modo ampio e morbido ma, anche esternamente, le proprietà riflettenti degli algoritmi rispecchiano e smaterializzano la fisicità dell'oggetto"


sabato 27 novembre 2010

Secondo Cos'è???


Sono pillole alimentari di diversi diametri confezionati in astucci bivalve delle quali Bruno Munari scrive nel suo libro "GOOD DESIGN" (milano 1963) come esempio di food design o ironicamente "prodotti industriali della natura", ammirata da lui come prima e più importante rappresentante di design anonimo. E' un progetto senza apparente paternità nel quale, secondo Munari, convivono natura e progetto e ai quali, insieme a molti altri, Munari dedica nel 1972 il premio "Compasso D'oro a ignoti". Sono apprezzati da Munari perchè posseggono le qualità fondamentali del good design mostrando una forma del tutto spontanea. A riguardo scrive che “… per il loro equilibrio tra materia, tecniche, funzione,
forma, si pongono fuori dalle mode, dagli stili e durano nel tempo finché una nuova materia, o una nuova tecnica non propongono nuove soluzioni per la medesima funzione.” (In Da cosa nasce cosa. Appunti per una metodologia progettuale, 1989) e che “in questi oggetti si legge un’osservazione attenta
delle leggi spontanee della natura … una forma di naturalezza industriale, dettata dalla chiarezza e dall’economia costruttiva” (in R. Giovanetti, N. Goettsche, a cura di, Oggetti discreti. Un viaggio nel mondo degli oggetti d’autore anonimo, 1997)

http://www.culturagastronomica.it/site/it-IT/I_Quaderni/Food_design/archivio/food_design.html
http://www.trickproject.com/trickblog/2007/08/page/2/
http://morethanhelvetica.blogspot.com/

lunedì 22 novembre 2010

Cos'è???


 Soluzione 1: è un particolare di un paio di scarpe prodotte da Adidas (modello 
                       OKI-NI-APS) ispirate al pattern "Bakterio" ideato da Ettore Sottsass e realizzato come laminato plastico da Abet Print nel 1978/79 con il quale sono stati rivestiti alcuni mobili ideati dallo stesso Sottsass e dal Gruppo Memphis del 1980

immagine 2 tratta da: http://circospetto.net/2008/05/28/

Soluzione 2: è il numero civico di un'architettura fotografata da Ettore Sottsass 
                            pubblicata nel libro "Foto dal Finestrino"


immagine tratta da: http://ceciliapolidoridesign-lezioni.blogspot.com/

                   


venerdì 19 novembre 2010

Origami - mania

La tecnica dell’origami usa pochi tipi di piegature combinate in una infinita varietà di modi per creare modelli anche estremamente complicati. Un’arte antica che tutt’oggi affascina i progettisti di ogni settore. Designer, architetti, grafici, stilisti, artisti, tutti impegnati in quella che sembra una vera e propria mania che parte da quest'incantevole arte giapponese. Gli esempi sono molteplici e abbracciano diversi settori, a partire dal food -design fino alle imponenti architetture contemporanee


Origami Chair: realizzata a partire da un foglio di policarbonato, ripiegato e fermato con bottini a pressione


Origami Chair: Più che una seduta una vera e propria scultura di una bellezza unica. Un progetto dello studio From Us with Love


Un'altra seduta è quella di Gregory, un pouff-tavolino-tappetino realizzato in poliestere e schiuma di poliestere.
Cardine: Una seduta scultura, forse una delle più affascinanti creati dal designer coreano Sooin Kim. Un solo foglio di plastica e due strisce di velcro. 


Origami Spoon: Anche nel food-design l’origami-mania si fa sentire con questo particolare cucchiaino realizzato da Michael Sholk. Un cucchiaino in bamboo presagomato che prende volume in poche e semplici mosse.






Anche l’alluminio si lascia plasmare secondo le tecniche del sol levante nel progetto Origami B del designer Van Esch


Origami Side Table: Due fogli in alluminio tagliato al laser da piegare ed incastrare. Un progetto verde realizzato senza sfridi di lavorazione, nè colle. Il top della progettazione sostenibile
Interessanti anche i packaging in stile origami. Ne sono esempio l’Origami Beer della designer Clara Lindsten, con una speciale etichetta pronta a prendere forma.


 T-Pod per chi adora concedersi una divertente pausa tea.Si tratta di barchette (da comporre ovviamente). 
Neanche la moda poteva sottrarsi al fascino dell’origami. Scarpe, borse, abiti e accessori, tutti pronti ad essere contagiati dalla febbre da origami!
Origami Handbag di Ferry Meewisse, una serie di borse trasformabili


Scarpe origami realizzate da Make a Paper World


Dalla piccola si passa alla grande scala: gli architetti non restano a guardare creando vere e proprie architetture dallo stile origami come nel caso del Melbourne Theatre. Capolavoro architettonico realizzato dagli architetti Ashton Raggatt & McDougall. Bellissimi anche gli interni ma spettacolare la struttura che avvolge il tutto.


L’arte degli origami ispira le costruzioni per i ricoveri temporanei realizzati in bamboo. Sono le Folding Bamboo Houses, un’idea di Ming Tangnata per aiutare le persone in caso di calamità naturali come terremoti o tsunami






Tratto da: Architettura+Design 
                   http://www.architetturaedesign.it/index.php/2009/09/21/origami-design-creativita.htm