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lunedì 26 marzo 2012

Un omaggio a...Un omaggio da...

Bruno Munari 1971 - Abitare l'abitacolo
L’Abitacolo fu disegnato e prodotto dall’azienda Robots nel 1971, successivamente premiato con il Compasso d’Oro nel ’79. Oltre ad essere un perfetto elemento di arredo è anche una piccola “architettura” che definisce lo spazio domestico: una sorta di casa nella casa. E’ pensato con l’idea di realizzare un’area per ragazzi che contemporaneamente sia letto per dormire, mobile per contenere libri e giocattoli, struttura per il gioco e per lo studio e che possa trasmettere una volta in uso gusti, personalità e passioni di chi lo vive e lo abita.  “E poiché è una struttura, è pure facilmente smontabile, pronta ad assumere una nuova veste, correndo dietro alla fantasia…” (Bruno Munari)


Bruno Munari 1952 - La scimmietta Zizì
Progettata nel 1952 e prodotta da Pigomma. Premiata con il 1°Premio Compasso d’Oro nel 1954. “Era nata da poco la gommapiuma con la quale venivano realizzati materassi e imbottiture varie. Un giorno un dirigente della Pirelli mi chiede: – Che cosa si può fare con la gommapiuma oltre che materassi? Mi feci dare alcuni campioni di questo nuovo materiale e cominciai una sperimentazione per capire quali altre cose si potevano progettare in modo che l’oggetto progettato fosse coerente col materiale e con le sue qualità. La qualità più evidente si manifestava attraverso il tatto. Un qualunque pezzo di gommapiuma, manipolato da un bambino, comunica la morbidezza, l’elasticità del materiale che sembra vivo e che, a un bambino, fa venire in mente la stessa sensazione che si prova a tenere in braccio un gattino o un piccolo animaletto. Provai quindi a pensare a dei giocattoli realizzati in gommapiuma e, logicamente mi interessai dell’aspetto tecnologico sul come si fa a costruire oggetti in gommapiuma, come deve essere lo stampo, cosa si può inserire nel materiale per permettere una eventuale manipolazione dell’oggetto e, perfino, se non era possibile anche dare un odore gradevole al giocattolo. Dopo varie prove nacque questo gatto (e successivamente la scimmietta Zizì) che aveva al suo interno uno “scheletro” di filo di rame per poterlo piegare e metterlo in posizioni diverse. I baffi del gatto Meo erano di nailon. Bruno Munari da “Codice Ovvio”, Einaudi

Bruno Munari 1964 - La lampada Falkland

Nella realizzazione di questo oggetto opera una sorta didematerializzazione del prodotto. Una lampada effimera che dissolve la luce in maniera soft, paragonabile ad una nuvola. La storia di Falkland è sintomatica della sua genialità progettuale: coinvolgere una ditta che fabbricava calze da donna nella realizzazione di una delle lampade più note del design italiano. La lampada da soffitto viene realizzata con tessuto elasticotubolare che prende forma mediante anelli metallici. Per questi motivi la lampada Falkland si poteva trasportare facilmente, anche senza involucro esterno, ed era facilmente montabile. Fu il primo ad attuare un “trasferimento tecnologico” da un settore ad un altro con l’uso della filanca, materiale flessibile,leggero ed intercambiabile, dal prezzo contenuto. Lo stesso Munari raccontò: “Un giorno sono andato in una fabbrica di calze per vedere se mi potevano fare una lampada. Noi non facciamo lampade, mi risposero. E io: vedrete che le farete”.

Un omaggio da...
Serena Grasà 2011 -  Falkland Book


 


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